AVVIO DEI LAVORI PER IL RINNOVO DEI CONTRATTI DEL PUBBLICO IMPIEGO
Dopo la sentenza della Consulta parte la fase operativa

1/10/2015

Dopo il pronunciamento della Consulta della Corte Costituzionale del 24 giugno, il rinnovo dei contratti del pubblico impiego non può essere eluso e pertanto, come previsto, sono stati avviati i lavori.
Il ministro Madia ha dato mandato all'ARAN di procedere.
Per ragioni di sostenibilità dei costi, saranno ignorati gli effetti pregressi del blocco durato 6 anni, ma la decorrenza del 1 luglio 2015 diventa un punto fermo per il rispetto della sentenza della Consulta; è bene precisarlo perché per una conclusione dell'iter non ci aspettiamo tempi brevi.
Il primo nodo da sciogliere riguarda il comma 2 dell'art. 54 delle legge 150/09 che prevede
la ridefinizione, sino ad un massimo di quattro,  degli attuali 12  comparti di contrattazione collettiva nazionale.
Vediamolo:
"2.   Tramite  appositi  accordi  tra  l'ARAN  e  le  Confederazioni rappresentative,  secondo le procedure di cui agli articoli 41, comma 5,  e  47, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, sono definiti  fino  a  un  massimo  di quattro comparti di contrattazione collettiva  nazionale, cui corrispondono non più di quattro separate aree  per  la  dirigenza. Una apposita sezione contrattuale di un'area dirigenziale  riguarda  la dirigenza del ruolo sanitario del Servizio sanitario  nazionale,  per  gli  effetti  di  cui all'articolo 15 del decreto   legislativo   30   dicembre  1992,  n.  502,  e  successive modificazioni.  Nell'ambito  dei  comparti  di contrattazione possono essere   costituite  apposite  sezioni  contrattuali  per  specifiche professionalità.".
Il rinnovo contrattuale, pertanto, non potrà avvenire, se prima non si applicano le disposizioni dettate dal citato articolo 54.

Naturalmente il costo del rinnovo dovrà essere compatibile con la situazione economica generale, quindi piuttosto contenuto.
I calcoli dei tecnici prevedono nel triennio un costo 3.500 miliardi di euro considerato che il rinnovo riguarda 3.300.000 dipendenti.
La stima del costo è riferita alle previsioni della variazione dell'indice ISTAT di inflazione prevista dello 0,40% nel 2015 e dell'1% nel 2016.